Diossina in Basilico
Diossina in Basilico
Facciamo seguito alle circolari AIIPA u16/12 FP/mm e U25/12 FP/FP per chiarire alcuni aspetti inerenti i recenti ritrovamenti in Germania di diossina e composti simili in basilico, destinato all’alimentazione umana ed animale.
Le diossine e composti similari sono sostanze semivolatili che, in virtù della loro estrema resistenza alla degradazione chimica e biologica, tendono ad accumularsi nell’ambiente in qualità di contaminanti, entrando progressivamente nella catena alimentare data la loro liposolubilità e tendenza all’accumulo nei grassi, nonchè alla presenza praticamente ubiquitaria nell’ambiente.
L’ingresso delle diossine nella catena alimentare avviene attraverso l’ingestione, da parte degli erbivori, di prodotti vegetali contaminati, con conseguente accumulo di queste sostanze nei grassi, nelle carni, nelle uova e nel latte. Similmente, a seguito della contaminazione delle acque, si ha presenza di diossine anche nei prodotti ittici, sia d’acqua salata che dolce.
Per quel che riguarda l’uomo, la presenza di diossine nella dieta è direttamente riferibile al consumo di carne, uova, pesce e prodotti similari. L’apporto di diossine proveniente da alimenti vegetali è da considerarsi trascurabile, tanto che l’Autorità Europea ha reputato non necessario stabilire alcun limite per vegetali destinati all’alimentazione umana.
A supporto di ciò, citiamo quanto asserito dall’APAT (Agenzia per la protezione dellíambiente e per i servizi tecnici) nella pubblicazione “Diossine, Furani e PCB”:
“Attualmente nessun livello massimo si applica ai cereali, alla frutta e agli ortaggi in quanto tali prodotti alimentari presentano generalmente bassi livelli di contaminazione e costituiscono un fattore che contribuisce solo marginalmente allíesposizione complessiva dell’uomo alle diossine.
Poiché la contaminazione di alimenti quali carne, latte e uova, è direttamente correlata alla contaminazione dei mangimi, è stato ritenuto indispensabile definire non soltanto un livello massimo di tollerabilità di diossine negli alimenti animali ma anche misure volte a ridurne le emissioni nellíambiente.”
Nel basilico oggetto di allerta in Germania (notifica 2011.1780, destinato all’alimentazione umana) e Austria (notifica 2011.0234, destinato al settore mangimistico) è stata ritrovata la presenza di diossina, contaminazione possibile per questa come per altre matrici vegetali. Alla notifica eseguita all’Autorità Tedesca, con una prima richiesta di ritiro dal mercato del prodotto, è seguita a novembre 2011 una valutazione del rischio specifico eseguita dal BfR tedesco che ritiene improbabile un pericolo per la salute del Consumatore. In conformità a siffatta valutazione, oltre all’assenza di una base giuridica a sostegno, non Ë stato dato seguito alcuno allíiniziale richiesta di recall dal mercato tedesco, valutata come ingiustificata (fonte ESA).
Ricordiamo inoltre che la Raccomandazione della Commissione del 23 agosto 2011 sulla riduzione della presenza di diossine, furani e PCB nei mangimi e negli alimenti dispone che ” […] in certi alimenti allorché si superano i livelli d’azione non è necessario eseguire indagini.
In tali casi il superamento del livello d’azione non è legato a una fonte specifica di contaminazione che possa essere ridotta o eliminata, bensì all’inquinamento ambientale generale. E’ pertanto opportuno non fissare livelli d’azione per tali alimenti ì (comma 2), e che “[…] i livelli di azione devono portare a dei provvedimenti, solamente per quanto concerne i mangimi” (art. 2).
A livello Europeo (ESA) è in atto una raccolta di dati analitici per la valutazione esauriente e professionale della potenziale problematica, valutazione che richiede impegno temporale ed economico.
La Commissione Tecnica Spezie ed Erbe Aromatiche dell’AIIPA Ë direttamente implicata in tale valutazione, sia a livello Italiano che Europeo, pertanto in grado di mantenere aggiornati gli altri settori interessati, secondo le modalità definite dall’AIIPA.
Di seguito pubblichiamo gli allegati inerenti quanto sopra