Aggiornamento sulla situazione del mercato del pepe

Aggiornamento sulla situazione del mercato del pepe

Nel corso dell’anno abbiamo partecipato a vari eventi internazionali, fra i quali il World Spice Congress (tenutosi a Pune, India, a metà febbraio), l’ASTA1 Convention (svoltosi in Florida, ad aprile) e l’ESA2 Annual Meeting (Svezia, Goteborg, a giugno), avendo modo di assistere ad alcune presentazioni sul mercato del pepe, tenute da esperti del settore.

Ogni relatore ha esposto le proprie considerazioni in merito all’andamento del mercato, influenzate dai diversi periodi in cui si sono svolti gli eventi e talvolta dalla strategia aziendale. E’ stato comunque interessante notare come tutti gli esperti abbiano concordato sul fatto che la produzione totale del 2012 sia pressoché equivalente al consumo mondiale, con nessuna possibilità di incremento delle scorte derivanti dai passati raccolti e già considerate ai minimi storici. Per tanto non è previsto alcun disavanzo nel 2012, a beneficio dei consumi del 2013.

Tralasciando i dati quantitativi, frutto di stime e proiezioni più o meno condivisibili, il mercato di quest’anno risulta essere fortemente condizionato da fenomeni speculativi di borsa. Bassi rendimenti, la crisi finanziaria in atto in vari settori industriali e la stima per l’anno in corso di produzione equivalente al fabbisogno, hanno spinto numerosi fondi d’investimento a prendere posizione ed investire in prodotti agroalimentari di vario genere, fra cui le spezie ed altri prodotti “coloniali” quotati nella borsa indiana e di Singapore. Questi investimenti hanno contribuito a ridurre ulteriormente la disponibilità di prodotto al consumo, in quanto i prodotti frutto di investimento sono destinati allo stoccaggio in attesa del rialzo dei prezzi.
La speculazione più decisa è in atto da marzo, e ha interessato principalmente l’India in virtù del fatto che tale mercato ha una borsa tradizionalmente più strutturata con operatori avvezzi a lavorare con commodities agricole, ed una produzione nazionale non particolarmente grande (stimata in circa 40 – 45.000 mt) a fronte di un fabbisogno interno equivalente o addirittura superiore.

In virtù di quanto detto, si spiega come da fine marzo a fine agosto i prezzi siano stati particolarmente alti in India (TGEB, da Usd 6800 ad 8200 mt net C&F UE) e costanti in Vietnam (550 gr/lt cleaned da Usd 6500 a 7400 met net F.O.B. HCMC). Nemmeno il raccolto del Lampong, tenutosi a luglio, ha portato alcun ribasso sul mercato. Similmente la disponibilità del nuovo raccolto brasiliano non ha sortito effetti positivi sul prezzo: addirittura da inizio settembre l’aumento è stato di circa il 10 – 11%.

Non è ben chiaro quale sarà la tendenza in ottobre, quando sarà disponibile sul mercato la gran parte del raccolto brasiliano. E’ doveroso ricordare però che i produttori ed esportatori brasiliani sono noti per avere grosse capacità finanziarie, e dunque essere in grado di ritardare l’immissione sul mercato di nuovo prodotto, qualora le condizioni facciano supporre un ulteriore rialzo del prezzo internazionale.

Per quanto concerne il pepe bianco, la situazione di mercato è leggermente diversa. Il prodotto di origine Vietnam è disponibile tutto l’anno, giacché prodotto dal pepe nero essiccato, di cui il Vietnam è il primo esportatore mondiale. Questo fa sì che il rapporto di prezzo fra il pepe bianco e quello nero sia in pratica costante, dato che il primo è calcolato sulla base del secondo tenendo conto dei costi di produzione e del calo peso.

A settembre è iniziato il raccolto in Indonesia (Muntoq). La produzione indonesiana è abbastanza costante e strettamente legata alla raccolta del pepe fresco, tradizionale materia prima ancora utilizzata. Ciò comporta minore flessibilità nella quantità prodotte rispetto al Vietnam, ed un prezzo di solito poco influenzato dall’andamento generale del raccolto in altri Stati.

Altri raccolti minori non sembrano essere in grado di influenzare il mercato, anche perché spesso si tratta di prodotto destinato al consumo locale che difficilmente si trova a livello internazionale.
Nel corso dell’anno il prezzo del pepe bianco Vietnam ha avuto un’oscillazione da Usd 8900 fino ai Usd 9500 – 9600 mt net F.O.B. HCMC odierni. Sembra plausibile che il prezzo possa conoscere un ulteriore incremento, in quanto le produzioni a livello mondiale sono limitate ed oggetto di facile speculazione.

Allo stato attuale, riteniamo che potrebbe essere una buona strategia commerciale coprire almeno in parte il fabbisogno, in modo tale da evitare di trovarsi eventualmente in seguito a dover affrontare un salto di prezzo, causato dagli aumenti internazionali. Il panorama dei prossimi mesi, infatti, vedrà probabilmente un mercato stabile con una costante tendenza al rialzo del prezzo del pepe, sia bianco che nero. Nulla fa propendere a livello mondiale per riduzioni consistenti di prezzo.

1 American Spice Trade Association
2 European Spice Association